Obiettivi ambiziosi che si tingono di verde: dall’Europarlamento è giunto l’atteso sì alle case green: gli immobili dovranno avere la classe energetica “E” entro il 2030 e alla “D” entro il 2033 (ovviamente, a non mancare le eccezioni).
Emissioni zero nel 2050: come arrivarci?
Si punta a uno stop delle emissioni nel 2050. Ma la strada è lunga e non lineare. Intanto, la commissione per l’Industria, la ricerca e l’energia si è espressa positivamente alla proposta di rimodulare la direttiva sulle performance energetiche degli edifici.
È molto importante, infatti, definire norme in grado di far ridurre le emissioni di gas a effetto serra e il consumo di energia nel settore edile dei Paesi Ue entro il 2030, per arrivare al livello di emissioni zero entro il 2050.
Nello specifico, il testo a cui è stato dato l’ok in commissione prevede che le abitazioni raggiungano una classe di prestazione energetica minima di tipo E entro il 2030 e D entro il 2033.
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In plenaria a marzo
Il testo andrà in plenaria a marzo. Ad oggi, sono stati 49 i voti favorevoli alla proposta, 18 i contrari e 6 gli astenuti. A votare contro, gli eurodeputati italiani dei tre partiti della maggioranza.
Le stime di Enea sulla abitazioni italiane
Secondo le stime di Enea, il 74% delle case italiane avrebbero una classe energetica più bassa della “D”.
Il presidente Gilberto Dialuce ha affermato che per raggiungere gli importanti obiettivi lo sforzo richiesto è davvero notevole.
Si ricorda che i lavori di efficientamento eseguito con il Superbonus hanno coinvolto 290.000 unità abitative l’anno, “un target un po’ distante da quello atteso se restano immutati i tempi”. Da non trascurare, poi, l’impegno economico che dovrebbe ricadere sul privato o sullo Stato.
Ovviamente, ci saranno deroghe ed eccezioni, da valutare caso per caso.
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